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IL SORRISO SENZA TEMPO DI MILLY

Questo è un breve manoscritto, che ho deciso di elaborare per tenere vivo l’immutabile sorriso di Milly. Non sono riuscita a scriverlo tutto in un giorno, ho avuto bisogno di tempo per metabolizzare e realizzare il fatto che lei non ci sia più; il fatto che non potrò più vederla sorridere e spruzzare felicità, creatività e voglia di vivere da tutti i pori. 

 

In questo momento mi pento di non aver apprezzato la mia ex maestra quanto meritava. Ma è questo che la maggior parte di noi umani fa: ignorare la persona e il suo valore, fin quando essa non ci viene strappata via, ed è allora che capiamo il significato e l’importanza della persona. Ed è lì che incontriamo i pentimenti, i rimorsi, il dire “Avrei potuto fare di più”. Ma è tardi. È tardi perché la persona a cui avremmo potuto dare, o meglio dire dimostrare, maggiore affetto e amore, ci ha lasciati. E ci ha lasciati con l’amaro in bocca, con il cuore frantumato e con la mente che vortica di rimorsi e rimpianti. Questo è esattamente ciò che ho provato quando la mattina del 5 marzo, mia madre, mi ha comunicato la scomparsa di Milly. 

Lei non era solo una maestra, poiché non trattava gli alunni con l’autorità che molti insegnanti utilizzano, no lei era un’amica, una madre che ti proteggeva, ti aiutava e ti faceva sentire al sicuro. E non sono io a dirlo, ma i fatti e i ricordi che io e molti altri, abbiamo di lei. Ricordi nitidi, che riaffiorano ogni volta che ripenso a lei e a quanto fosse presente nel momento del bisogno, nel momento in cui qualcuno gridava “aiuto!”.

 

Aveva una vitalità che non ci si aspetterebbe da una donna della sua età. Nonostante stesse combattendo una malattia che lentamente tentava di prosciugarla, Milly non smetteva mai di sorridere. Penso sia questa la cosa che più la caratterizzava: il suo immortale sorriso. Un sorriso che, ogni persona che abbia davvero conosciuta questa donna, non scorderà mai, poiché troppo espressivo e impossibile da dimenticare. Ricordo perfettamente il luccichio che le compariva negli occhi ogni volta che increspava le labbra in un ampio sorriso; o quando, raccontando un avvenimento che le era accaduto, rideva di gusto, con una risata contagiosa, la quale ti trasportava nel suo mondo. Un mondo costituito da immaginazione, altruismo, ma soprattutto da infinita creatività. Milly era, ed è, la persona più fantasiosa che io abbia mai conosciuto. Riusciva a trovare positività e bellezza anche nelle cose più improbabili. 

Quando ero in quinta elementare, contattò un pittore di sua conoscenza, cosicché quest’ultimo insegnasse, alla nostra classe, a dipingere su tela un disegno astratto che rappresentasse il nostro breve percorso scolastico. Può sembrare una cosa apparentemente normale, una cosa che più professori posso fare, ma sulla me di allora, questa azione, ha avuto un profondo impatto. 

 

Tempo fa ho fatto un testo sul significato della parola “eredità” e su i patrimoni che le persone che ho incontrato nella mia breve vita mi hanno lasciato. Tra queste persone, che sono poche in realtà, è presente anche Milly, una persona che ci ha lasciati troppo presto, ma che nel breve tempo in cui sono fortunatamente riuscita a conoscerla, mi ha trasmesso molte emozioni ed eredità, le quali quasi totalmente immateriali, astratte, delle eredità mentali. 

 

Milly che mi ha dato un grande insegnamento, e non solo con le parole, ma con i fatti e anche solo con la sua presenza e il suo sostegno. La si definisce maestra perché questa era la professione che, agli occhi degli sconosciuti, lei praticava; ma chi l’ha davvero conosciuta, senza fermarsi alla superficialità, avrà sicuramente capito che in realtà lei era come una seconda madre, un’amica sempre pronta ad aiutarti, che ti metteva costantemente al primo posto, mettendo se stessa al secondo. Il suo sorriso, inalterabile, perennemente sulle sue labbra, nascondeva la sofferenza che al suo interno provava, non volendo che gli altri si preoccupassero per lei, decideva di nascondere il suo dolore. Per un po’ di tempo nessuno si accorse di qualcosa, ma lentamente, più si andava avanti nel tempo, tutti quanti, come la mia ex classe delle elementari capivamo che c’era qualcosa che ostacolava la sua voglia di vivere, la sua creatività. Però dopo un po’ si riprese, e io pensai addirittura che il problema fosse quasi risolto, ma mi sbagliavo totalmente. Infatti la mattina del 5 marzo scoprii che la luce che animava il suo corpo, e che la stessa Milly alimentava giorno dopo giorno, si era spenta. La sua morte risvegliò in me molte emozioni e ricordi, che col tempo erano stati sepolti sotto nuove sensazioni. Questa scomparsa mi ha fatto capire e apprezzare il valore che ogni persona ha, e che dobbiamo imparare a non trascurare; ma più di tutto fece risvegliare in me tutti gli insegnamenti che in un anno era riuscita ad impartirmi. Il primo fra tutti è sicuramente la forza di resistere davanti a tutti gli ostacoli che la vita ha da mettermi nel cammino. Non dimenticherò mai le parole che mi ha detto negli ultimi giorni in cui l’avevo vista: “Segui la tua strada, non farti abbattere da quelle persone che ti invidiano, perché ci saranno sempre. Tu però non devi mai cambiare per qualcuno sii te stessa, non te ne pentirai.” Parole che io conservo egoisticamente dentro al mio cuore. Penso che questa sia l’eredità più profonda che Milly mi abbia lasciato, assieme alla voglia di vivere la vita e di affrontare tutto col sorriso, l’arma che, insieme alla saggezza e all’uso corretto delle parole, è più potente di tutto. 

Questa è l’eredità che Milly mi ha lasciato, un’eredità  astratta, ma che vale mille volte un oggetto. Custodisco gelosamente tutti i ricordi che ho assieme a lei, anche perché essi sono l’unico mezzo che ho per comunicare con lei, e per rivivere i momenti con lei passati.

 

Per concludere ho un messaggio per Milly, e mi piace credere che lo riceverà.

 

“Cara Milly, non sto qui a dirti le solite cose che oramai sono diventate quasi banali, voglio solo dirti che ogni giorno, sempre di più mi manca il tuo sorriso e la tua energia, ma come tu mi hai insegnato, devo imparare a superare queste emozioni che ostacolano la mia felicità e il mio benessere. Senza la tua presenza e la luce che emanavi, il mondo sembra diverso, come se avesse perso una stella… Non riesco ancora ad esprimere ciò che provo, a trovare le parole giuste che riescano a curare quella ferita che tu mi hai lasciato. Ma non voglio sprecare questo breve momento di connessione che ho con te, per tentare di trovare quelle parole, piuttosto voglio mostrarti in che ragazza mi sono trasformata e come i tuoi insegnamenti abbiano avuto un ruolo importante in questa piccola trasformazione. 

Penso che le parole bastino così e credo che il silenzio che condividiamo riesca a rimpiazzare quelle parole che ancora non riesco a decifrare. 

Mi manchi e mi mancherai sempre, non smetterò mai di dirlo. Hai lasciato dentro di me la tua impronta che non potrà mai essere rimpiazzata. Anche quando il dolore tenderà a cessare, una piccola parte di me lo sentirà comunque, in modo affievolito magari, ma anche se non lo dimostrerò, io non smetterò mai di riservare una piccola parte del mio cuore a te.”

Ecaterina Gidioi

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