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LA FORZA DEL CORAGGIO

Il 28 Febbraio durante una protesta in Myanmar, Ann Rosa Nu Tawng, una suora della congregazione San Francesco Saverio, ha deciso di scendere in strada per proteggere i civili dalla polizia che ormai da anni governa il Myanmar (ex Birmania) e mette a zittire i cittadini con la violenza. 

Questa suora ha avuto il coraggio di opporsi al regime dittatoriale militare che da anni distrugge e perseguita questo stato.

Quando l’esercito birmano ha iniziato ad aggredire i cittadini, suor Ann si è inginocchiata davanti ad esso per proteggere la sua gente urlando: ”UCCIDETE ME, NON IL MIO POPOLO”.

Con questo gesto estremamente rischioso ha fatto capire che, pur essendo disarmata, inerme e mostrando la sua fragilità e la sua impotenza, era superiore a tutti loro. 

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Sarebbe stata pronta a morire, pur di combattere per le sue idee. Si è sacrificata per un ideale di giustizia e di rispetto verso la sua gente da sempre sottomessa e trascurata. 

Nessuna forma di violenza sarebbe mai stata in grado di far tacere la rivoluzione e i propri obiettivi. 

Se avessero ucciso lei, ci sarebbero stati giovani, che rappresentano la chiave per riuscire a stravolgere questa traumatica e assurda situazione presente ormai da troppo tempo.  

In parte Ann ha cambiato l’idea di molte persone ma ciò non è bastato. 

Suor Ann afferma che, in tutto il Myanmar, ogni giorno ci sono centinaia di aggressioni e violenze sulla popolazione. 

È vero, non è una persona sola a cambiare il mondo, ma se tutti iniziassimo ad avere anche solo una parte del suo coraggio, potremmo realmente fare la differenza. 

“PREGO IL SIGNORE PER IL MIO PAESE E VI CHIEDO DI FARLO CON NOI”, con questa frase Ann ci vuole far capire quanto sia  importante avere la consapevolezza. Consapevolezza di vivere in uno stato con una situazione politico-economica stabile, consapevolezza di non dover preoccuparsi di rischiare la vita ogni giorno, consapevolezza di non dover temere ogni giorno di essere aggrediti per strada, senza alcun apparente motivo.

A differenza loro non dobbiamo preoccuparci di sopravvivere piuttosto che vivere. 

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Lucrezia Finardi

Ecaterina Gidioi

Vittoria Baboni

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